… l’ignoranza è una brutta bestia

Quando sei ignorante, proprio per questa condizione, non ti rendi neppure conto del male che fai e di come fai sentire le persone inappropriate. Quando si svolge un lavoro a contatto con il pubblico, quando si lavora sul corpo delle persone, quando si entra a contatto di mano con loro, bisogna conoscere cosa si fà, come si presentano delle malattie, ma sopratutto che tipo di malattie sono. Quando si è ignoranti, non si conoscono i particolari e per paura si agisce con distacco, facendo sentire l'altra persona poco gradita e accettata e questo non dovrebbe essere mai fatto. La mortificazione è una cattiveria gratuita INACCETTABILE.

Io nasco come estetista, mi sono avvicinata al mondo dei massaggi, guardando il mio ex marito come li faceva e così, decisi che ne avrei saputo di più. Mi iscrissi ad un corso professionale che ero adulta, avevo 30 anni circa. Sarà stato lo studio consapevole, che si fà a quell’età, oppure la mia innata voglia di conoscere sempre il perchè di certi meccanismi, certo è che studiai molto e con profitto perchè volevo sapere il più possibile. Questa è una professione ad alto “rischio” di chiacchiere ( intese come pettegolezzi) ma a me non è mai interessato, anzi, la privacy e la riservatezza del cliente è la regola fondamentale.

Lo studio e gli aggiornamenti mi hanno portato ad imparare tanto e di tutto, perchè la conoscenza è fondamentale. Perchè questo mio racconto di oggi parla di ignoranza e di estetica, considerando che non svolgo più questa professione? Perchè  ho avuto modo di incontrare due sorelle, una delle quali è stata in trattamento oncologico.

Donna professionista, energica e dolcissima, nonchè amante del make up, ma che nel tempo aveva messo un pò da parte e la sorella (la mia amica) voleva in qualche modo spronarla a riprendere in mano trucchi e belletti vari.

Appena arrivate, lei si è seduta sulla poltrona, davanti al mitico specchio con le luci, mi ha detto chiaramente che aveva le sopracciglia in disordine perchè non le faceva da tanto, ma sopratutto che qualche volta le aveva fatte con il rasoio. Il mio sguardo è inorridito, come poteva essere accaduta una cosa del genere?  Ovviamente non mi sono fatta scrupoli ed ho chiesto la motivazione a questo comportamento, e lei mi ha candidamente risposto ” perchè si sono rifiutate di farmele !”. Allora io dico, se non sapete le cose, non avventuratevi, non dite cazzate solo per crearvi una giustificazione ad hoc, piuttosto informatevi, chiedete, rivolgetevi ad un medico, siate curiose di sapere, di conoscere e di capire. MA NON DITE CAZZATE!!!!!!

Questa situazione di oggi mi ha riportato alla mente un episodio che mi capitò tanti anni fà, quando appunto facevo l’estetista, ecco perchè ho deciso di scrivere questo articolo.

Anni fà venne da me una donna, che aveva bisogno di fare la ceretta e quando si spogliò, mi precisò subito che le macchie che vedevo sul suo corpo non erano infettive, mi stava tranquillizzando, ma io non mi scomposi perchè sapevo di cosa si trattasse. Restai un pò perplessa di quella precisazione, quasi a scusarsi di avere la psoriasi (malattia di origine psicosomatica non infettiva appunto). Forse il mio sguardo lasciò trasparire questa mia perplessità, perchè lei proseguì dicendo ” no perchè sai, altre volte le estetiste hanno messo i guanti“. Un operatore che non riconosce una malattia è un improvvisato, è un incompetente.

Oggi sono particolarmente ARRABBIATA per queste situazioni.        

Per carità, non si può essere onniscienti, ma si ha il DOVERE di essere preparati, almeno sulle cose basilari, siamo proprio all’A-B-C.

Io non lavoro solo sul viso della cliente, io lavoro sulla sua felicità, sulla sua autostima, sul suo concetto di bello e di come si vede. Una volta lo facevo con l’estetica, oggi lo faccio con il make up. E’ impensabile che una donna con la psoriasi, viene a farsi una ceretta e deve subire la mortificazione di una IGNORANTE, che si mette i guanti, perchè non sà cosa siano quelle macchie. Come, quest’altra donna, è arrivata da me con sopracciglia “incolte“, perchè delle professioniste ( sulla carta però) non se la sono sentita di fare un lavoro su di lei. Ma perchè poi? Onestamente mi sfugge una qualsiasi motivazione si potesse dare alla cosa. Di certo, queste “persone” hanno fatto subire a questa donna, un’altra mortificazione, gratuita e soprattutto senza senso.

Alle mie allieve, oltre ad insegnare le tecniche del make up e le specifiche dei prodotti, cerco d’insegnare il tatto, la gentilezza, la comprensione della cliente, ma soprattutto, tutto quello che NON viene detto ma che c’è, dietro una precisa richiesta. Imparare ad essere un pò psicologhe, in modo da soddisfare quella mancanza.

Immaginate una donna, che sta vivendo la sua battaglia personale, che convive con un mostro nel suo corpo, con i medici che le dicono di essere positiva e reattiva(perchè la voglia di vivere stravince alla grande sul mostro), con i suoi mille mila pensieri cupi in caso di battaglia persa, con i postumi da trattamento oncologico (spossatezza, vomito, astenia ecc ecc), con la sua sensazione di essere una donna a metà perchè le manca un seno oppure perchè è stata messa in menopausa indotta ( e se è giovane si farà anche il problema di chissà se potrà mai avere figli). Con le sue occhiaie senza un domani, la sua pelle grigiastra (colore dovuto alle chemio), che cerca di ritrovare qualcosa di familiare in quel volto che le rimanda lo specchio, ma che lei non riconosce come suo, allora cerca di ” ritrovarsi” in semplici gesti, come farsi fare le sopracciglia, per rivedersi bella, ritrovare un pò di lei che è andato perso.

Ma incontra una incompetente, che invece di aiutarla

 

in questo suo bisogno di aiuto a ritrovarsi, le dice che non è il caso.

Io direi, semplicemente, che non è il caso tu faccia questa professione, non ne sei degna!

Noi facciamo una professione BELLISSIMA, perchè portiamo gioia alle donne e a chi le guarda, autostima perchè quando ti senti bella e all’altezza della situazione sei padrona del mondo, bellezza perchè è bello essere belli, guardati e ammirati, consapevolezza di poter arrivare ad essere bella e piacente. Quella bellezza che noi vediamo sui visi, viene da dentro e si riflette fuori e noi siamo complici e attivatrici di questo meccanismo.

Le persone in trattamento oncologico non hanno bisogno di pietà o di essere trattate diversamente. Hanno solo bisogno di ritrovare se stesse in quello specchio, cercano e sperano di rivedere il prima possibile quel viso familiare che erano, prima della malattia.

Loro hanno SOLO bisogno di sentirsi accettate, sono persone malate, certamente con una malattia ben più seria di un forte raffreddore, ma malate, non contagiose, non misere (perchè non si sono cercate la malattia, ma è una cosa che può capitare a chiunque di noi, senza alcuna preferenza).

Allora impariamo TUTTI ad essere gentili e umani, perchè sono caratteristiche che ci aiuteranno molto, a dare di più e meglio, perchè alla fine è l’amore che salverà il mondo!