… una famiglia particolare.

Ogni persona è un universo a sè, ma a volte incontri persone davvero speciali sia per carattere che per vissuto di vita.... questa sposa è una di quelle.

Questa settimana vi racconto di una sposa molto particolare, per carattere e poi perchè è una gemella, non identica alla sorella ( come spesso accade) ma pur sempre gemella, con tutte le “connessioni” del caso.

Come spesso accade quando si vive in una cittadina di provincia, ci si conosce un pò tutti e se non di persona certamente di vista e per “sentito dire“. Questa è la situazione di partenza tra me e questa sposa. Conoscevo di vista sia lei che la gemella, ma nulla di più, fino a quando non mi ha chiamato per fissarmi un appuntamento.

La situazione risale a qualche anno fà e lei venne accompagnata dalla sorella, così feci una consulenza “doppia”. Da quel momento, ogni volta che ci vedevamo, era sempre in accoppiata. Situazione vincente direi, perchè insieme sono davvero un portento, con le solite scaramuccie tra sorelle. Uno spasso proprio!

Dico sempre che svolgo una professione molto delicata e particolare, entro nella vita e nel privato più intimo delle persone che ” porto all’altare“. Se, da un lato, è una cosa bellissima, dall’altro è talmente delicato che devi stare molto attento, quasi come fossi un elefante che deve muoversi in un negozio di porcellane. Queste due sorelle venivano sempre da sole, in genere è la mamma che accompagna la sposa nei vari giri di preparativi per il matrimonio, e la cosa mi fece pensare. Scoprii cosi, con domande “generiche”, che non avevano entrambi i genitori e questo significava che quel giorno sarebbe stato vissuto in maniera molto intensa.

Nel tempo che trascorse tra il nostro appuntamento, con relativa conferma per la data e il matrimonio, ci fù una “lievitazione” di pancia e questa fù una fantastica notizia, nonostante la preoccupazione per eventuali sorprese alla pelle, proprio conseguenza della gravidanza. Arrivammo così alla fatidica data e nonostante lei fosse una persona abbastanza apprensiva, perchè amante delle cose fatte bene e senza intoppi, si rivelò abbastanza serena e tranquilla. Devo dire, che spesso le spose, il giorno del matrimonio si fanno prendere dall’ansia e iniziano a telefonare per ogni piccolo particolare venga loro in mente. Così, anche in questo caso ero pronta al supplizio. Ma essendo una sposa particolare, si è distinta anche in questo, perchè non mi ha chiamato, se non per inviarmi una foto su whattsapp, in mise da “trucco”, con il messaggio ” ti sto aspettando“! Aveva fatto bingo nel mio cuore con questa foto…. simpaticissima!

Dalla foto si vede tranquilla e sorridente e così la trovai, che giocava con i nipoti e stava molto rilassata. Arrivai alla casa di famiglia, bella, grande e soprattutto piena di parenti venuti da fuori, che avevano dormito là. Come sempre gran trambusto, offerte di caffè, dolcini e cose varie, ma tutto in piena rilassatezza. Insomma, dell’ansia da matrimonio neppure l’ombra! Ricevere un messaggio con foto, così divertente, mi fece comprendere quanto fosse calma e anche tranquilla sull’andamento della giornata, quasi rassegnata ad accettare qualsiasi cosa avesse potuto accadere.

Salimmo in camera e cominciai a prepararla, il tutto condito da ….

  • interruzioni della sorella e/o parenti vari
  • pianti disperati di nipoti
  • cane che aveva preso possesso del letto
  • il parrucchiere che ebbe un contrattempo
  • il bimbo che ogni tanto scalciava
  • qualche parente che non riusciva a trovare la casa
  • messaggi scherzosi con il futuro marito
  • foto e sclero delle amiche di una vita (che arrivarono in camera come un uragano)
  • il fotografo che fece la sua “entrata trionfale” monopolizzando l’attenzione
  • non ultima, la più importante, un’anziana zia che era evidentemente commossa e girava intorno alla stanza, entrando con le scuse più diverse.

Nonostante tutto questo trambusto, devo dire che però in casa si respirava aria di festa e di felicità. Era davvero tangibile tutto questo, una sensazione molto forte e mai provata prima. Come sempre, quando si trucca una sposa, lei è la prima a doversi preparare e poi si passa agli altri componenti della famiglia. Così la sistemai e mentre lei passava al parrucco, io mi sarei dovuta occupare della “gemella”…. se non fosse che la figlia piccola aveva deciso di doversi far cambiare il pannolino, mangiare e farsi sentire in tutta la sua possenza.

Io non lascio mai la sposa dopo averla finita, aspetto di sistemare tutto e tutti. In fondo, vengo scelta per dare un servizio e io non prenoto più di 2 spose nelle stesso giorno, quindi non avevo alcuna fretta. Potevo aspettare tutti i cambi di pannolini e poppate varie, senza alcun problema  di sorta.

Nei momenti di pausa, in attesa della “gemella”, mi capitò di scambiare quattro chiacchiere con la zia anziana, che girava intorno alla stanza e che era visibilmente emozionata e anche un pò frastornata. Non saprei dire a quale ramo della famiglia appartenesse, se paterna o materna, di certo era molto affezionata alle nipoti e soprattutto sentiva la mancanza di quei genitori che non potevano essere presenti e godersi quel giorno così importante per la loro figlia. Nelle nostre chiacchierate “a singhiozzo”, iniziate con i soliti convenevoli e continuate con piccole confidenze, si arrivò a parlare anche della sua mise, se fosse adatta, se fosse stata abbastanza in tiro da non sfigurare, e anche cosa ne pensassi, proponendomi un’alternativa. La zia era in là con gli anni, ma non disdegnava il trucco e con fare “casuale” mi fece delle domande tali da farmi comprendere che le sarebbe piaciuto molto essere “sistemata”, come diceva lei.

Quando, alla fine, riuscii a finire di truccare la gemella e consegnai la sposa al fotografo, accertandomi che non avesse bisogno di farmi richieste specifiche e precise, di un eventuale ritocco al trucco, tornai dalla zia, che nel frattempo si era vestita di tutto punto.

Entrando nel salone del piano, la trovai ad attendermi su una poltrona, con aria assorta. Le chiesi cos’avesse, se avesse bisogno di qualcosa, e lei mi rassicurò dicendo che stava bene, che si era vestita ed era pronta. Non le restava che aspettare di essere portata in chiesa e poi al ricevimento. Si alzò, mi fece vedere come le stava l’abito. Si accertò che verificassi non si vedesse un pò del reggiseno uscire dal bordo della scollatura, perchè era sconveniente. La zia è una donna d’altri tempi, che segue dei canoni diversi da quelli della moda attuale.

Controllai con attenzione tutto quello che lei voleva e alla fine si sedette di nuovo in poltrona. Fù allora che le chiesi cosa usasse di solito e come avrebbe gradito essere truccata. Dopo un primo attimo di smarrimento, misto a vergogna, quasi fosse sbagliato, si convinse e mi regalò un sorriso di riconoscenza infinita. Lei non voleva essere “inferiore” a qualche altro parente, voleva far fare bella figura alle nipoti.

Per un mio preciso stile e modo di lavorare, cerco di non appesantire le persone, tirando fuori il meglio, usando il meno prodotto possibile, per farle belle e non stravolte. Così lei si lasciò truccare, lì sulla poltrona, controllando ogni mio gesto dallo specchio, perchè non esagerassi, fino ad arrivare al completamento del trucco.

Lo sguardo compiaciuto che aveva mentre si ammirava allo specchio fù qualcosa di veramente bello e dolcissimo, che mi emozionò molto e mentre mi elogiava e diceva tante belle parole e ringraziamenti io rimettevo a posto le mie cose. Poi lei si alzò e andò nella sua stanza. Tornò con la borsa e voleva pagarmi, perchè era una cosa in più che mi aveva chiesto lei, ma io fermamente rifiutai.

Nella vita ci sono cose che non hanno prezzo, come il viso riconoscente di quella anziana zia, che si è voluta fare bella ed essere all’altezza della situazione, per le nipoti…. per altre cose può bastare Mastercard!